Tamil Nadu

 

 

 

 

Il  Tamil Nadu è forse lo stato che meglio sintetizza tutto quello che ci si aspetta comunemente da un viaggio in India : colore, religione, gente,  templi, cerimonie e tradizioni.

 

Trattandosi poi di una zona un po’ meno turistica del classico Rajasthan, ed essendo anche una zona meno povera di altre, mi sembra il luogo ideale per chi, magari un po’ dubbioso, voglia avvicinarsi per la prima volta a questo meraviglioso paese,

 

 

Noi siamo stati più volte nel Tamil Nadu, quindi le fotografie sono state fatte in anni differenti tra di loro. 

Forse oggi molti luoghi saranno un po’ più affollati, sia da turisti stranieri che indiani, e sarà un po’ più difficile godersi in pace il tempio sulla spiaggia o i cinque rathas di Mammallapuram, come a noi è successo la prima volta, ma la bellezza di quello che si vede rimane del tutto invariata.

 

 

Nella disposizione di queste brevi note, e delle foto, ho seguito un percorso ideale che, partendo da Madras, vada verso sud a Madurai.

Questo permette di seguire, anche se in maniera un po’ grossolana, un ordine cronologico nei principali monumenti che si visitano; passando anche gradatamente da templi e monumenti ormai poco o per niente utilizzati dai fedeli,  fino ai grandissimi e vivacissimi templi di Trichy e Madurai.

 

 

 

 

Madras, che adesso si chiama Chennai,  difficilmente prende il cuore del turista.

Città grande, caotica e spiacevole, ma punto di passaggio quasi obbligato per entrare nel Tamil Nadu.

 

 

 

Uscendo da Chennai la prima tappa è Kanchipuram.

Città già importante nel terzo secolo, nel sesto divenne capitale del regno dei Pallava, e vi vennero costruiti alcuni tra i primi templi in pietra del sud dell’India.

 

Il tempio di Kailasanatha appartiene a questo periodo, in cui venne iniziata anche la costruzione di quello di Sri Ekambareswara, il cui gopuram fu però edificato solo nel 1509.

Altro tempio che risale all’epoca dei Pallava è il Vaikunta Perumal.

Nel corso di una delle nostre visite a Kanchipuram abbiamo assistito, in modo del tutto imprevisto, ad una processione di penitenti : guance trapassate da lame, aghi infilati nel torace e, cosa abbastanza originale,  uncini conficcati nella schiena a cui era fissata una fune per trainare risciò a motore.

E’ stata una cosa piuttosto impressionante, ma l’India è anche questo.

 

 

 

A Mamallapuram, chiamata fino a pochi anni fa Mahabalipuram, si trovava il porto che serviva la città di Kanchipuram.

E’ un posto piacevolissimo, con bellissimi monumenti, una buona spiaggia e buoni ristoranti, l’ideale per qualche giorno di sosta.

L’arte della scultura in pietra, che nel passato ha dato a Mamallapuram risultati spelndidi, è ancora oggi molto diffusa, e il rumore costante che si sente un po’ dappertutto nel paese è quello degli scalpellini che modellano la pietra.

 

Famosissimo è il Tempio sulla Spiaggia, costruito originariamente nell’ottavo secolo e restaurato più volte anche a causa dell’erosione del salino.

La Penitenza di Arjuna’s, o Discesa del Gange, o è uno dei lavori più conosciuti di tutta l’India.

L’opera può essere intesa sia come una rappresentazione della penitenza fatta da Arjuna, potente guerriero mitico del Mahabharata, allo scopo di ottenere dagli dei armi invincibili, o anche come la richiesta a Shiva di far discendere il Gange sulla terra.

Più probabilmente, come spesso accade in India, sono valide entrambe le interpretazioni.

Molto suggestiva la maniera in cui è incorporata nell’opera la fenditura tra i due grandi massi, che rappresenta bene la discesa di un fiume e dalla quale, una volta, scendeva effettivamente un piccolo ruscello,

Poi i cinque Ratha.

La parola “ratha” significa “carro” e il “tempio-carro” è una caratteristica diffusa in tutta l’India, dove sono frequenti le processioni con grandi templi in legno montati su ruote,  da questi derivano le rappresentazioni in pietra, anche enormi, di questi carri.

Tra le processioni più famose è quella di Puri, nell’Orissa, con immensi carri trainati da decine di persone e sotto le cui ruote si gettavano per sacrificarsi anche alcuni fedeli.

Altra caratteristica di Mammallapuram sono i Mandapa, ossia costruzioni sostenute da colonne, a volte interamente scavate nella roccia, che ospitano altre sculture di divinità, scene mitologiche o di vita quotidiana.

 

Un tempietto come questo, ricavato da un masso che affiora sulla spiaggia, è esemplificativo dello spirito religioso che pervade queste zone.

 

 

Molto frequente, da queste parti come nel resto del paese, imbattersi casualmente in feste o cerimonie, ad esempio in questa, completa di divinità, penitenti, mercatino e giostre per bambini.

 

 

 

Pondicherry,  colonia  francese fino al 1956, conserva ancora l’aria del passato nella parte vecchia della città soprattutto nella suggestiva passeggiata a mare che ricorda, anche se un po’ alla lontana, le città francesi della Costa Azzurra.

E’ ancora soggetta ad amministrazione separata rispetto al resto del Tamil Nadu e fino a qualche anno fa, quando il Tamil Nadu era uno “dry State”, ossia non era permesso bere alcolici, era ovviamente un grande centro di rifornimento per gli assetati tamil.

 

A poca distanza da Pondicherry si trova la comunità internazionale di Auroville, fondata nel 1968 dalla “Madre”, discepola del guru Aurobindo, con lo scopo di creare un luogo dove le persone potessero “vivere in pace ed in armonia indipendentemente dal loro credo, dalla nazionalità e dalle idee politiche”.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento questo è uno dei tantissimi link  sull’argomento: http://www.sriaurobindoyoga.it/auroville.htm

 

 

 

Chidambaram è stata la capitale del regno Chola, succeduti ai Pallava, dal 907 al 1310.

Appartiene a quel periodo il tempio di Shiva Nataraja, il dio danzante che attraverso la danza cosmica crea, protegge e distrugge, per poi creare nuovamente e riiniziare il ciclo della vita.

 

 

 

Kumbakonam è una piccola cittadina con molti templi.

In particolare il Sarangapani, dedicato a Vishnu, e il Kumbeshwara, dedicato a Shiva.

Nelle vicinanze, a Dharasuram il tempio di Airatesvara, del dodicesimo secolo, e quello di Gangakondacholapuram, dell’undicesimo, costruiti entrambi nel periodo Chola.

 

 

 

Thanjavur,  già chiamata Tanjore,  è stata la capitale dell’impero dei Chola, che arrivò a controllare la maggior parte della penisola indiana, spingendosi fino alla Malesia e a Sumatra.

Il tempio di Brihadeshwara, costruito all’inizio dell’undicesimo secolo, è uno dei più belli di tutto il Tamil Nadu.

La parte terminale che sovrasta la piramide costruita sul sancta sanctorum, in un solo pezzo e pesante 80 tonnellate, è stata innalzata a quell’altezza passando su una rampa inclinata lunga quattro chilometri, in maniera analoga alle tecniche utilizzate nell’antico Egitto.