Turkmenistan Brevissime
note sui posti che abbiamo visitato. Ashgabat
all’epoca del nostro viaggio (2001) era una città irreale: praticamente
deserta, pochi negozi pressoché vuoti, pochissimo traffico e taxi inesistenti
ma bastava fermare qualunque macchina per farsi portare dove si voleva in
cambio di qualche soldo. Cambio
nero convenientissimo. Ogni
palazzo portava la bandiera nazionale, ogni palazzo pubblico ostentava
l’effigie di Nyazov, il padre di tutti i Turkmeni, che donava ai suoi sudditi
elettricità gratis, sale e altri generi di conforto.
foto Discretamente
interessante il museo, bello il mercato di Tolkuchka, soprattutto alla
domenica. E’ famoso principalmente per la parte dedicata al bestiame e
per l’enorme quantità di tappeti in vendita. I
tappeti sono i classici Bukhara rossi, che vengono fatti quasi esclusivamente
nel Turkmenistan, che però prendono il nome, come spesso avviene per i
tappeti, non dal luogo di produzione ma dal luogo dove sono maggiormente
commercializzati.
foto Curiosi
anche i tipici cappelli di pelliccia Turkmeni dei quali, non si sa per quale
motivo, è vietata severamente l’esportazione.
foto Poco
fuori la città si trovano le rovine di Nisa, fondata circa 2300 anni fa
dai Parti e che riuscì a respingere gli attacchi di Alessandro Magno. Purtroppo
non rimane molto della vecchia città, distrutta dai mongoli nel 13° secolo,
ma le sue rovine hanno un certo fascino. Qui
c’è una fotografia aerea, ricuperata su internet, che dà una buona idea delle
rovine :
foto Nella
zona orientale del paese, vicino alla città di Mary, si trovano le rovine di
Merv, fondata probabilmente del 6° secolo a.c.. Raggiunse
il suo apogeo tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, quando i Selgiuchidi
la resero loro capitale e , dopo Baghdad, la più grande città del mondo
islamico. Nel
1221 fu devastata dalle armate di Gengis Khan, poi, nel millesetteccento
risorse a nuova vita, per essere poi nuovamente distrutta alla fine del
secolo. Si
possono ancora vedere i resti di una delle cinque fortezze della città, la
Erk-Kala, che ha la forma di un grande cerchio. Vi si
trovano inoltre il Mausoleo del Sultano Sanjar, del dodicesimo secolo, e
quello, della stessa epoca ma ben più modesto, di Muhammed Ibn Zeid. Interessanti
i due palazzi-fortezze di Kyz-Kala, costruiti in muratura ma con muri che
sembrano forti palizzate di legno.
foto A nord
del paese si trovava la città di Konye-Urgench, che nel dodicesimo e
tredicesimo secolo fu un importantissimo centro islamico e di civiltà,
capitale del regno della Corasmia che si estendeva nelle regioni
settentrionali dello Syr-Darya fino alle attuali zone settentrionali
dell’Iran e dell’Afghanistan. Subì
invasioni e distruzioni da parte di Gengis Khan e poi di Tamerlano;
successivamente il potere locale si trasferì da qui a Khiva, nell’attuale
Uzbekistan. Quello
che è rimasto di questa splendida città, da non perdere, si staglia solitario
in mezzo ad una zona completamente desertica . I due
mausolei contrapposti di Najim-ed-din-Kubra e del Sultano Alì.
foto Il
bellissimo mausoleo di Torebeg Khanym, del quattordicesimo secolo , carico di
riferimenti ai 365 giorni, alle 24 ore e ai 12 mesi dell’anno.
foto L’altissimo
e imponente minareto di Kutlug Temir del quattordicesimo secolo, alto 67
metri, il più alto di tutta l’Asia centrale.
foto E,
infine, i due mausolei del Sultano Tekesh e di II-Arslan del dodicesimo
secolo, con la loro caratteristica cupola conica. Viaggio,
quello nel Turkmenistan, forse non imperdibile, ma sicuramente interessante
per gli appassionati di storia dell’Asia centrale e facilmente abbinabile ad
un viaggio in Uzbekistan, dal momento che da Konye-Urgench si entra
facilmente in Uzbekistan, a poca distanza da Khiva. Qualche
altra foto si trova qui :
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