WEST BENGALA - 2008 Alcuni
appunti su un bellissimo viaggio fatto nel Bengala Occidentale, nel Novembre
2008. La
prima parte degli appunti é costituita da alcune note generali sul viaggio,
la seconda consiste in un lungo elenco, con le principali caratteristiche, di
tutti i monumenti visitati. Sicuramente il tutto non sará di grande
interesse, queste zone sono, ingiustamente, poco conosciute e poco battute ma
non si sa mai che a qualcuno venga in mente di andare da quelle parti....... Il
tragitto: Viaggio
bello e interessante, tra moschee e templi con architetture molto originali. Un
viaggio che ha avuto un po’ il sapore della scoperta. Non certo la scoperta
di chi, per primo, trova qualcosa di bello, ma il piacere di andare su e giú,
neanche troppo comodamente, in questa terra che tanto amiamo, fermandoci ogni
tanto a bocca aperta davanti a qualcosa che magari avevamo giá visto su un
libro, ma che non pensavamo ci avrebbe colpiti ed entusiasmati in questo
modo. L’idea
ci é venuta sfogliando il libro “The Guide to the Architecture of the Indian
Subcontinent“ di Takeo Kamiya,
architetto giapponese appassionato di India. Sicuramente
non é un libro utile per approfondire piú di tanto la materia, ma dá una
catalogazione, e sommarie informazioni, su tutte le opere architettoniche del
subcontinente. Data
la scarsa notorietá di questi monumenti anche tra la gente del luogo, e le
difficoltá di lingua, le fotocopie delle pagine del libro, complete di
fotografie, sono state essenziali in piú di una occasione. Sorprendentemente,
considerando la povertá di quest’area e l’assoluta mancanza di turisti, quasi
tutti i monumenti visitati sono in ottimo stato di conservazione e restauro. In
questa terra di delta di grandi fiumi la pietra é rara, quindi largo uso di
mattoni e terracotta decorata. Tragitto
da fare con zampironi, insetticidi, zanzariere, lenzuola personali e, per chi
é legato alle tradizioni europee, con carta igienica. Considerando
lo stato delle strade e la grande abbondanza di polvere, il momento migliore
per fare un viaggio del genere dovrebbe essere verso ottobre/novembre, quando
finisce la stagione dei monsoni, in modo da trovare ancora il terreno umido e
ingoiare un po’ meno polvere. Peccato,
in primavera la fioritura degli alberi di mango attorno a Maldah dovrebbe
regalare panorami bellissimi. Zanzare : Sono zone malariche e infestate da dengue.
Mentre eravamo a Calcutta abbiamo letto sul giornale di un’epidemia di dengue
tra il personale di un’ospedale situato proprio in centro cittá, a poca distanza dal nostro albergo. Quindi massima prudenza: profilassi per la
malaria e abbondanza di repellenti per la dengue. Sicurezza
: Il
Nord Est dell’India é tra le zone piú povere e turbolente di tutta la
nazione. In
quest’ultimo periodo ci sono state diverse aggressioni a sfondo religioso,
soprattutto ai danni di cristiani e,
mentre noi facevamo il nostro viaggio una serie di bombe nel vicino
Assam hanno ucciso una cinquantina di persone, mentre una bomba, proprio nel
West Bengala, é stata fatta scoppiare al passaggio dell’auto di un ministro
del governo locale. L’atteggiamento
della gente in quest’area non é particolarmente accogliente, un paio di volte
abbiamo trovato su strade secondarie gruppi di ragazzotti che fermavano le
auto obbligando in maniera aggressiva a versare un non ben identificato obolo
alle comunitá locali. Ma
l’India e gli indiani ci piacciono, con loro tiriamo fuori un alto senso di
sopportazione...... La
lingua inglese é poco diffusa, difficoltá a parlare con la gente e a chiedere
informazioni. All’interno parlano quasi esclusivamente Bengali. Strade
e auto : Le
strade sono pessime, piene di buchi e di strade asfaltate, e permettono di
mantenere medie molto basse, non piú di 30-35 km/h. Noi
siamo andati con una piccola macchina della Tata (Indica ?) non troppo
adeguata alle circostanze. Fortunatamente
non abbiamo avuto nessun guaio serio e abbiamo forato solo una volta, ma
sarebbe consigliabile andare con auto piú robuste, a quattro ruote motrici e
con pneumatici di diametro maggiore per ammortizzare l’effetto delle buche. Alberghi
: Non
confortevoli e spesso non puliti, cibo appena passabile. Consoliamoci
con i prezzi, quando per una cena per due si spende un euro e mezzo non ci si
puó lamentare troppo.... E
adesso via con il viaggio vero e proprio: Da
Calcutta a Maldah, 350 chilometri in dieci ore alla media di 35 km/h. GAUR A poca
distanza dal confine con il Bangladesh, raggiungibile con 8 km di strada non
asfaltata, la campagna é molto bella. Gaur é
stata capitale di antichi regni buddisti e indú, ma nulla rimane di questo
suo lontano passato. Nel
1500 é stata invece capitale di un sultanato musulmano, e a questo periodo
appartengono i tanti monumenti che si possono visitare.
Barasona
( o Baradwari) Masjid - 1526 Moschea
del Venerdí E’ la
piú grande delle moschee di Gaur. Costruita in mattoni poi ricoperti in larga
parte con lastre di pietra. Molto
bella la lunga facciata con 11 entrate contornate da archi.
Dhakil
Darwaza – ca.
1425 Si
tratta della porta principale, profonda ben 35 metri, del Forte di Gaur. Agli
angoli 4 minareti dei quali ne resta in piedi uno soltanto. Costruita
in mattoni e ricoperta da formelle in terracotta decorate, tecnica molto
usata in quest’area.
Firoz
Minar – ca.
1486 Minareto
alto 26 metri con scala a spirale, costruito pobabilmente da un certo
Saifuddin Firoz, un abissino finito da queste parti e divenuto sultano dopo
aver assassinato il predecessore.
Qadam
Rasul Masjid – 1531 Qadam
rasul significa impronta del profeta, e al suo interno é debitamente
conservata una impronta di marmo. Edificio
a pianta quadrata con un’unica cupola e con pilastri ottagonali sugli angoli
del lato di ingresso. Lo
spigolo del cornicione ricurvo é una caratteristica comune a molti altri
edifici del Bengala Occidentale e del Bangladesh. Le
formelle di terracotta erano anticamente decorate a colori molto vivaci. All’interno
der recinto di questa moschea un ostello per i pellegrini e la tomba di Fathe
Khan, morto nel 1707 Chika
(o Chamkan) Masjid – ca. 1450 Non si
sa con certessa se sia stata edificata come moschea o mausoleo, dal momento
che i tipi di costruzione erano molto simili. Si
dice che sia stata utilizzata anche come prigione, Contiene
alcuni elementi in pietra derivanti da vecchi templi indú. Il
nome Chika deriva dal fatto che, prima derl restauro, era infestata da
pipistrelli.
Gumti
Gate – ca.
1512 Era
una delle porte della cittadella, sovrastata da una cupola e abbellita da
terracotte
smaltate
multicolori.
Lottan
Masjid –
1475 Costruita,
si dice, dal sultano per una sua cortigiana, ha pianta rettangolare con una
cupola grande e due piú piccole sul lato di ingresso. Era
completamente ricoperta da formelle smaltate, delle quali si conserva ancora
traccia. FOTO Sugli
spigoli quattro pilastri fuoriescono dal perimetro dell’edificio. Attualmente
in corso di restauro anche l’interno. Pandua Situata
12 km a nord di Maldah, é stata capoluogo musulmana dal 1338 al 1500, quando
la capitale fu spostata a Gaur.
Adina
Masjid –
1375 La piú
grande moschea del Bengala (150 x 90 m), simile alla Umaiya di Damasco, ha un
grande cortile esterno, caratteristica che verrá poi ripetuta raramente nella
costruzione di altre moschee nel Bengala. Restano
un bel Mirab e un Minbar nella sala delle preghiere semidistrutta. Nella
sala adiacente, decorata con
colonne
di pietra probabilmente provenienti da altri
monumenti precedenti, una bella serie di archi e mezzanino riservato al
sultano e alla sua corte.
Mausoleo
EkLakhi - ca.
1415 Costruito
da Raja Ganesh come mausoleo per suo figlio, ospita diverse tombe. Chiamato
cosí perché la sua costruzione é costata “ek lakh”, ossia un lakh, cioé
100.000 rupie. Qutb
Shahi Masjid – 1585 A
doppio corridoio, con dieci cupole e torrette agli angoli, costruita in
mattoni e ricoperta in pietra. Baranagar Dalla
cittadina di Azimganj una barca traghetta persone e biciclette attraverso il
fiume, fino ad arrivare a un misero paesino dove una volta sorgeva la grande
cittá di Baranagar.
Gruppo
Char Bangla - ca. 1755Si chiamano “bangla” le piccole
costruzioni con tetto convesso tipiche di queste zone e del Bangladesh. Tra
l’altro la parola “bungalow” deriva proprio da questa parola del Bengala. “Char”
significa “quattro”, e quattro piccoli templi shivaiti si affacciano su un
cortile comune. All’interno
di ciascun tempio tre linga orientati tutti nella stessa direzione, verso
Nord. Sui
tetti il tridente di Shiva e sulle pareti esterne formelle in terracotta
decorate. Particolarmente
ricche quelle applicate sul
tempio
Nord, che
includono anche molte rappresentazioni legate al culto di Vishnu. Bhavanisvar
Mandir -
ca. 1755 Altro
tempio shivaita fatto costruire nello stesso periodo dei precedenti e
commissionato dalla stessa persona, ma di stile compltamente diverso. Tanto
che viene qualche dubbio sulla corretta attribuzione dell’anno di
costruzione. Architettura
molto originale a pianta ottagonale con portico perimetrale. Alta
cupola, costruito in mattoni coperti da semplici decorazioni in stucco.
Gangeshwara
Mandir – 18
secolo Costituito
da due strutture affiancate, questo tipo di costruzione viene chiamato “jor
bangla”. Tre
archi danno accesso ad un portico collegato alla sala sacra, che si trova nel
secondo bangla, in cui sono venerati tre linga. Belle
formelle in terracotta decorate. Panchanan
Shiva Mandir Piccolo
tempio ben proporzionato ma rovinato da un restauro troppo pesante. Murshidabad Non
lontana dal capoluogo di provincia Bahrampur, é stata l’ultima capitale del
Bengala indipendente, fino al 1757.
Hazardvari e
Imambara - 1837-1847 Due
grandi strutture. La prima é un palazzo in stile indoeuropeo dove risiedeva
il nababbo, la seconda é una lunghissima costruzione che ospita le spoglie di
un imam, forse il mausoleo piú grande di tutta l’India.
Katra
Masjid -
1725 Bellissima
moschea con la zona delle stanze per i religiosi disposta su due piani e
sormontata da cupole. Grande sala da preghiera con cinque cupole delle quali
solo due rimangono, enorme piazzale e due imponenti minareti. Kalna Cittá
sulla riva del fiume Bhagirathi, a circa 60 km dal capoluogo Barddhaman,
raggiungibile a fatica con una brutta strada. I
numerosi templi testimonia la sua passata importanza.
Tempio
Circolare di Shiva 108 - 1809 Struttura
originalissima e stupefacente. 108
piccoli templi shivaiti in laterite ricoperti da stucco disposti in due
cerchi concentrici. Tutti
i templi sono rivolti verso l’interno, e ciascuno di essi contiene un linga.
Pratapeswar
Mandir -
1849 Costruzione
ad una torre (shikara) molto semplice ma con belle decorazioni in terracotta
che rappresentano scene divine e di vita quotidiana.
Pancharatna
Mandir - 19
secolo Cinque
piccoli templi con tetto a otto falde su due livelli, detto “aat chala”.
Lalji
Mandir -
1739 E’ il
tempio piú vecchio della cittá. Vishnuita,
costruito in mattoni ricoperti da formelle in terracotta, portico di ingresso
rettangolare con tetto nel tipico stile bengalese. Numerose
torri su tre livelli diversi.
Krishna
Chandra Mandir - 1752 Dedicato
a Krishna, presenta 25 torri su tre livelli differenti. Ricoperto
da formelle in terracotta delle quali alcune presentano ancora tracce di
colore. Vijay
Vaidyanath Mandir - ? Semplice
tempio tipo “bangla” con formelle decorate.
Due
Shiva Mandir - 1753 In
riva al fiume, due edifici con tetto a due livelli dedicati a Shiva.
Anch’essi ricoperti da formelle in terracotta. Barddhaman Anwar-I-Shaid -
1698 Bellissimo
complesso in stato di abbandono con un portico di ingresso che dá su un
grande giardino con un lago, una costruzione in mezzo al lago, un mausoleo ed
una moschea con struttura unica: una cupola centrale affiancata da due
classiche “bangla” con tetto convesso. Messo
in ordine il tutto sarebbe stupefacente. Attualmente
é proprietá privata e alcune famiglie vivono nel porticato di ingresso. Figuri
poco simpatici acconsentono a far visitare il giardino ma seguono come ombre
i visitatori vietando nella maniera piú assoluta di fare foografie, peccato. Tanto
scorbutici che non chiedono neppure una mancia per la visita. Bishnupur Capitale
dei Mallabhumi dal 16 al 19 secolo, é ricchissima di templi dedicati
soprattutto a Vishnu (Bishnupur o Vishnupur = cittá di Vishnu). I
diversi stili fondono elementi bengalesi, dell’Orissa e islamici. Rasa
Mancha Mandir - ca. 1600 Architettura
originalissima, un tetto a forma di piramide poggia su quattro giri di
porticato delimitati da colonne decorate. Attorno
alla piramide centrale il perimetro é contornato da una serie di tetti
tradizionali convessi. Costruito
in mattoni ricoperti da stucco.
Lalji
Mandir -
1758 Costruito
in laterite ricoperta da stucco e dedicato a Krishna. Tetto
convesso con unica torre centrale.
Radhashyam
Mandir -
1758 Anch’esso
in laterite ricoperto da stucco e con una unica torre centrale, é ancora
utilizzato come luogo di culto e ospita immagini recuperate da altri templi
andati in rovina.
Keshta
Raya Mandir - 1655 Bellissimo
e affascinante esempio di “jor bangla”, due costruzioni affiancate, ciascuna
con il suo tetto indipendente. Una
cupola centrale con tetto a quattro falde sovrasta le due costruzioni. In
mattoni e terracotta decorata,presenta intricatissimi
disegni e un
bel portico dal lato ingresso.
Shyama
Raya (o Panch Chura) Mandir - 1643 Anche
questo costruito in mattoni e ricoperto interamente da terracotte modellate,
con la sua torre ottagonale ricorda curiosamente le chiese armene. Attorno
alla torre centrale altre quattro agli angoli dell’edificio. Portici
sui quattro lati, molte immagini di Krishna. Nel
Gruppo Meridionale : Una
serie di templi molto simili tra di loro, con una sola torre appoggiata su
una costruzione con tetto convesso e porticato di ingresso a tre archi: Radha
Gobinda - 1729 Radha
Madhab - 1737 Kala
Chand - 1656 Nandalal - 17
secolo Jora
Mandir - ca. 1726 Madana
Mohana -
1694 Dedicato
a Krishna, la divinitá principale dei Mallabhumi. In
mattoni e terracotta, il bordo del tetto e gli archi denotano forti influenze
islamiche.
Murali
Mohana -
1665 Tempio
ad una torre centrale, in laterite e stucco. Il porticato corre attorno sui
quattro lati e si differenzia dagli altri in quanto, essendo delimitato solo
da colonne, risulta molto piú aperto verso l’esterno.
Madan
Gopal -
1665 Bellissimo
tempio a cinque torri, in laterite e stucco, accanto ad un mercato molto
vivace. Atpur Vicino
a Jangipara, uno dei paesi piú tristemente noti nel Bengala Occidentale per
le ricorrenti violenze politiche. Il nostro autista non era per niente
contento di passare da quelle parti. Radha
Govinda - 1768. Mattoni
e terracotta, tetto a otto falde con mandapa anteriore. Sulle pareti storie
dal Mahabharata e dal Ramayana. Chandi
Mandapa - 17 secolo (?) Raro
esempio di costruzione in legno di jackfruit, con tetto in bambú e paglia. Necessiterebbe
di attento restauro. E,
alla fine del viaggio, ci resta la sensazione di aver fatto ancora qualche
piccola scoperta in questo meraviglioso Paese. Vai
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